A Torino, il 9 dicembre, al primo colpo d’occhio, quel che appariva non sembrava “una massa di fascisti. E nemmeno di teppisti di qualche clan sportivo. E nemmeno di mafiosi o camorristi, o di evasori impuniti. La prima impressione, superficiale, epidermica, fisiognomica è stata quella di una massa di poveri”.Sul sito di Alba, nuovo soggetto politico, segnaliamo l’articolo di Marco Revelli (Il manifesto) dal titolo L’invisibile popolo dei nuovi poveri.
